martedì 24 aprile 2012

Chuck Berry ovvero plagiare se stessi

Chuck Berry è sempre stato una vecchia volpe (come riportato anche in mio post precedente http://abloginmypocket.blogspot.it/2012/02/cest-la-vie-you-never-can-tell.html).
Nel 1964 pensò bene di cambiare le parole e il titolo della sua vecchia "School Days" del 1957 e ripubblicare il tutto con il titolo "No Particular Place to Go". Il tutto riuscendo a piazzare la nuova canzone nei posti alti delle classifiche.


School Days (1957):


No Particular Place to Go (1964) -
Qui in una ripresa del 1987 con Keith Richards che accompagna alla chitarra:

3 commenti:

  1. Questo tuo post ci dice due cose:
    - che gran soggetto (eufemisticamente parlando....la definizione adatta sarebbe un po' piu' volgarotta.Comunque intuibile) sia Chuck Berry;
    - la potenza di un buon make up
    Da non musicista ho colto moltissime assonanze, ascoltando le due canzoni in sequenza.
    Onestamente devo ammettere che se le avessi ascoltate a distanza di qualche anno, con titoli e parole diverse, difficilmente avrei pensato alla riproposizione dello stesso brano. D'altra parte lo stile di Berry e`ben chiaro e definito. Difficile davvero pensare ad un autoplagio.
    Ho guardato divertita il video della «riproposta» con Berry abbigliato come un droghiere della Louisiana e Richards che, ripulito, sembra la versione rock del maggiordomo di casa Addams ;-)

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    Risposte
    1. In realtà ho reso le cose più difficili: se ascolti la versione studio di "No Particular Place to Go" è più facile riconoscere la comune matrice.

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    2. Da quella profana (e financo un po' miscredente) quale io sono, ho commentato su quanto hai proposto tu.Non appena mi imbattero' nella versione in studio...ti faro' senza dubbio sapere :-)

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